Centoventi giorni che non vedo le mie lacrime
le ho buttate in un cassetto vuoto
nascoste come i denti di un bambino timido
perse dopo un pranzo in autostrada
Certe altre, invece, più che perderle
proprio non le ho avute mai
non si piange nelle feste di paese
per non deformare la realtà
Parlo piano per ferire a metà
Brucio quel che resta di me
Nel mio letto a bassa sismicità
aspetto che anche tu sia cenere
I silenzi sono armi dell'esercito di un re
che si sente solo e abbandonato
leoni alla finestra con lo sguardo fisso in su
chiedono altra carne da scaldare
E la scelta è tra rischiare i lividi
e non affacciarsi mai
Non si dorme col nemico sotto casa
i suoi fuochi accesi abbagliano
I just found this out accidentally, let's say. And every time I listen to it my love for this record increases. Melodies, words, music: everything's in its right place Mattia Pace
Hold Steady frontman Craig Finn expands his tragic character studies to include old-school horns, pillow harmonies, and rock staying power. Bandcamp New & Notable Apr 24, 2019